Salve lettori! Come avevo anticipato nel mio primo post, oggi intendo dedicare qualche minuto al discorso sulle serie tv, un'altra delle mie passioni.
Comincio con il dire che ne seguo veramente molte, la maggior parte recuperate durante quest'estate, e provare a citarle tutte, con tanto di opinioni, sarebbe veramente complicato. Quindi, per ora, parlerò di quelle che ultimamente mi hanno preso di più (tre o quattro al massimo), quelle che, secondo il mio modesto parere, meritano di essere recuperate immediatamente.
Shadowhunters, The Mortal Instruments
Allora, premetto che questa serie è stata giudicata molto negativamente da quasi tutti i fan della saga letteraria (e non): è considerata abbastanza trash, con attori scadenti e troppo scostante rispetto ad i libri.
La trama penso la conosciate, ma la riporto comunque: Clary Fray è una ragazza perfettamente normale: vive con la madre Jocelyn in un piccolo appartamento a New York, è una studentessa alla Brooklyn Academy of Art e passa le sue giornate in compagnia del migliore amico Simon Lewis. La sua vita viene stravolta quando, durante una serata al Pandemonium Club, assiste a degli eventi a cui un normale essere umano non potrebbe mai assistere. Scopre, grazia all'aiuto di Jace Wayland, di essere una Shadowhunter, metà umana e metà angelo, e che il mondo che un tempo conosceva non esiste più.
Devo dire che anch'io, ai tempi dei primi episodi della prima stagione, non ero del tutto convinta e avevo pensato di abbandonarla. Poi, invece, man mano che gli episodi andavano avanti, ho cominciato ad apprezzarla.
Non ho di certo le competenze per commentare la bravura degli attori o la solidità della sceneggiatura, ma sono dell'opinione che con il tempo sia migliorata. Certo, da un'amante dei libri della Clare, qualche volta mi disturba il fatto che gli eventi vengano cambiati (riporterò degli esempi nella sezione spoiler), ma devo dire che la maggior parte delle volte trovo piacevole il fatto che la storia prenda una piega imprevedibile, persino per chi conosce a menadito la narrazione originale.
La cosa che mi soddisfa di più è vedere i miei personaggi preferiti prendere vita, come ad esempio Simon, Alec, Magnus, Izzy o Sebastian, e lo stesso vale per alcune scene, riprodotte alla perfezione. Nonostante i suoi difetti, la storia continua a catturarmi, come lo fece a suo tempo il primo Città di Ossa.
In conclusione, la consiglio vivamente, ma presa per quello che è: una serie leggera, con una storia sempre interessante, che può tranquillamente tenere compagnia per 40 minuti a settimana.
Riverdale
Si tratta di una serie davvero recente, ma che ha avuto molto successo, nonostante non sia ancora arrivata in Italia (quindi, se vi interessa, va recuperata con i sottotitoli). Conta tredici episodi e la seconda attesissima stagione arriverà ad ottobre. La produzione si è liberamente ispirata ad una serie di fumetti chiamati Archie Comics.
Ecco a voi la trama: nell'apparentemente tranquilla cittadina di Riverdale è tempo per i ragazzi di iniziare un nuovo anno scolastico, dopo una triste estate in cui uno di loro, Jason Blossom, è rimasto ucciso in un presunto incidente in barca, la cui unica testimone è la sorella gemella Cheryl Blossom. Un gruppo di ragazzi decide di mettere luce sul mistero che ha profondamente scosso la loro cittadina, cominciando ad indagare.
Comincio con ciò che mi ha immediatamente colpito e mi ha convinto sin dal primo episodio: i personaggi, per non parlare delle relazioni che li intrecciano. Sono tutti caratterizzati alla perfezione, resi distinguibili senza cadere in imbarazzanti stereotipi: troviamo Archie, il protagonista, tormentato dai dubbi sul suo futuro (musica o edilizia?), Betty, la tipica ragazza gentile della porta accanto, ma che nasconde profonde ferite, Veronica, nuova in città e portatrice di un passato oscuro, ed infine Jughead, un ragazzo riservato e solitario, con la passione della scrittura. Ovviamente costoro sono solo i personaggi principali, in realtà la serie ne nasconde altri altrettanto validi.
Un altro punto di forza della serie è il mistero che aleggia sull'atmosfera dell'intera storia dalla prima puntata e che verrà svelato solo durante l'ultima puntata. Scoprire lentamente ogni tassello è allo stesso tempo frustrante ed eccitante, tanto che l'attesa fra una puntata e l'altra si fa sempre più impaziente.
Non mancano, ovviamente, le tipiche vicende adolescenziali: litigi, amori, amicizie, feste, scuola e chi più ne ha più ne metta.
Consigliato vivamente ad un pubblico amante dei teen drama, con un tocco di giallo che non fa mai male.
Sherlock
Veniamo ora ad una delle mie serie preferite in assoluto, oltre che una delle prime che ho cominciato a seguire, nel lontano 2011. Si tratta di Sherlock, serie tv britannica liberamente tratta dalle opere di Sir Arthur Conan Doyle, con protagonisti Benedict Cumberbatch nei panni di un moderno Sherlock Holmes, e Martin Freeman nei panni del suo assistente ad amico John Watson.
Ecco la ormai conosciuta trama: John Watson è un reduce della guerra in Afghanistan e deve ancora ritrovare il suo posto nella società civile. Quando un amico gli suggerisce di trovarsi un coinquilino con cui dividere le spese di un appartamento, si ritrova coinvolto nella vita dell'eccentrico Sherlock Holmes.
Non saprei cos'altro dire se non: guardatela, guardatela e ancora guardatela. Ricordo che vidi per caso il primo episodio in lingua a scuola (ringrazio il mio professore di inglese) e che me ne innamorai immediatamente.
Il personaggio di Sherlock è a dir poco geniale: un eccentrico detective che riesce a risolvere qualsiasi caso gli si presenti grazie alle sue deduzioni. Ha più nemici che amici, persino i suoi colleghi all'interno della polizia, di cui è un consulente, non lo sopportano, a causa dei suoi comportamenti sociopatici, a volte al limite della pazzia.
L'unico che riesce a stargli vicino è il suo nuovo coinquilino John Watson, che, nonostante la sua iniziale sorpresa, lo accompagnerà durante tutte le sue indagini.
I villain scelti sono inquietanti e geniali (sto abusando di questo aggettivo, ma cosa ci posso fare se è l'unico che trovo adeguato...), in particolare quello della quarta stagione, attualmente la mia preferita.
I finali di stagione (in particolare quello della prima) sono dei cliffhanger che rendono il lasso di tempo fra una stagione e l'altra un inferno, in particolare quando si tratta di più di due anni di attesa (ahimè).
Penso che ciò che renda la serie irresistibile, a parte il carattere del protagonista, siano i piccoli misteri che caratterizzano la trama, la maggior parte lasciati irrisolti, in modo che gli spettatori possano fantasticare a loro piacimento.
Non so più cosa dire per essere convincente, e sto cominciando a essere pedante, quindi direi che posso concludere qui (guardate Sherlock, è un ordine).
Spero che i miei consigli possano essere utili a qualcuno.
Al prossimo post!
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